Basket: 12°episodio de “I cinni del ’90”

Play-off e finali regionali

Dall’ultima partita della stagione regolare alla prima dei play-off passò circa un mese, sia perché a metà aprile cadeva la Santa Pasqua e sia perché dovemmo attendere che terminassero tutte le partite dei gironi provinciali, dai quali dovevano emergere le sedici finaliste per gli ottavi di finale regionali. Flavio era ancora assente per il suo cronico infortunio, mentre io continuavo la mia “lotta” psicologica con me stesso e Gabbino…

Sfruttammo il mese per riposare sia la mente che il corpo. Francesco cercò di impostare il suo lavoro atletico e mentale finalizzandolo su questo obbiettivo. Come ripromesso più volte, utilizzai questo periodo per inserire la nostra difesa a zona, che divenne famosa in seguito con il nome di “Cinquanta”, perché così la si ordinava in partita. In gergo tecnico era una difesa a zona in partenza a fronte dispari 1-2-2, la cosiddetta zona “bottiglia” (perché se disegnata sulla lavagnetta del coach con i cinque giocatori nelle posizioni di partenza si poteva immaginare di vedere una bottiglia). Questo tipo di difesa la potevamo allungare fino a metà campo o stringerla dentro la linea del tiro da tre punti, a seconda della situazione in partita. Nella posizione di punta UNO, di solito, mettevamo a difendere un piccolo con capacità di pressare il portatore di palla avversario e con furbizia difensiva (Enri o Menarini) per intercettare eventuali passaggi verso attaccanti posti in posizione alta (“post alto”) dell’area dei tre secondi. Le posizioni DUE e TRE erano le laterali alte, appena sotto la prima posizione in asse con la linea del tiro libero, con zone di competenza da difendere come se marcassero a uomo nei punti dove normalmente mettevamo le altre due guardie (Gabbino, De Fazio ecc.). Infine, le due posizioni laterali basse più vicine al canestro da difendere, la QUATTRO e la CINQUE, erano dei nostri giocatori più alti (Fin, Monari e Minetto, o Rota, quando giocava come “falso” lungo). Anche loro dovevano marcare a uomo gli avversari che si presentavano nelle zone di competenza. Ci allenammo molto in quel mese e nei due successivi per assimilarne i concetti, e tutti i ragazzi furono ben motivati e predisposti a farlo. Arrivammo alle finali interzona di Domegge di Cadore nel giugno successivo con la sicurezza di potere utilizzare la nuova tattica con efficacia.

Come dicevamo, eravamo nel periodo delle vacanze pasquali, nel week-end dell’11 aprile. Nelle settimane precedenti, consultati i miei collaboratori Gessi e Francesco e poi Fabio Carnevali, convenimmo che non era il caso di partecipare ad altri tornei, per lasciare liberi ai propri impegni i ragazzi, noi e i genitori. Quest’ultimi ne furono ben felici, perché poterono andare in vacanza con i figli e consentire loro di aumentare l’attenzione per gli impegni scolastici. «Ti ricordo che quest’anno i ragazzi avranno l’esame di terza media, e i miei “amici” genitori – in particolare le mamme – mi stanno facendo una certa pressione, dato che non hanno il coraggio di venirtelo a dire!» mi disse l’Ingegnere in una delle solite nostre telefonate mattutine. Aveva ragione, e lo dovetti ammettere. Pensando a quanto avevamo fatto da ottobre a quell’aprile, potevo osservare un percorso fatto di lunghi e onerosi impegni agonistici, anche se quello che ci stava aspettava nel breve periodo, a mio modo di vedere, avrebbe dovuto preoccupaci di più! «Sei riuscito a sapere quali saranno le sedici squadre che parteciperanno agli ottavi di finale del Regionale?» gli chiesi io, dopo aver disquisito con lui sugli impegni. «Sì, te le invierò per posta elettronica dopo…

Ah! Tra le sedici provenienti dal Regionale c’è anche la Fortitudo, ed è nella parte bassa del tabellone con noi. Ammesso che entrambe riescano a passare oltre, ce la troveremo come avversaria nelle semifinali alle Final Four di Castelnuovo Monti» mi rispose lui ridendo. «Veramente? Be’ sarà una bella partita, se mai ci sarà!». La cosa però non avvenne, perché i nostri amici della Effe perdettero nei quarti di finale regionale, anche se per pochi punti, contro la PGS Don Bosco di Forlì.

Le finali regionali di Castelnuovo Monti

Delle sedici finaliste alle regionali, San Giovanni in Persiceto fu quella che dovemmo affrontare negli ottavi. I nostri avversari, quarti alle finali provinciali di Bologna, ci avevano già incontrato in due precedenti occasioni, nelle quali avevamo agevolmente vinto con oltre cinquanta punti di scarto.

Iniziato il mese di maggio 2004, la situazione infortuni non era cambiata, con Flavio sempre fuori dal collettivo e con qualche acciacco non grave per Lele Fin. Cominciavo a preoccuparmi per Flavio. Erano ormai tre mesi che non partecipava a una partita ufficiale e, sebbene i suoi compagni continuassero ad allenarsi bene e a vincere le partite, non c’era dubbio che in certi momenti la mancanza della sua presenza carismatica si sentisse e influenzasse in negativo. Una previsione pessimista celo dava fuori dal campo anche per le finali regionali del 15 e 16 maggio, per non parlare delle eventuali partite successive. Chiaramente, noi – e lui prima di tutti – non vedevamo l’ora di reinserirlo nei ranghi.

In proposito, Francesco osservò: «Abbiamo sbagliato a farlo giocare troppo presto in febbraio; vediamo di non ripetere l’errore per la fregola sua e anche tua. Secondo me e il Dott. Alfonso è meglio aspettare an-cora una quindicina di giorni. Intanto è bene che lui continui ad allenarsi con me in modo differenziato». A questo ragionevole consiglio, espresso con una certa fermezza, non ebbi nulla da obbiettare: «Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico». Così, anche per via delle due partite degli ottavi e dei quarti di finale, non particolarmente impegnative, decidemmo di tenerlo ancora a riposo. Come previsto vincemmo facilmente anche nei quarti di finale contro la squadra della Carsip di Cesena.

Dal Sito Pontevecchio del tempo:

La Pontevecchio si qualifica per le Final Four Regionali superando in casa la Carisp. La partita ha visto i ragazzi della Pontevecchio determinati a far valere il loro valore con ben sei giocatori in doppia cifra. Cesena non è mai stata in grado di contrastare la nostra squadra anche quando Lepore ha iniziato la girandola di sostituzioni concedendo minuti ai ragazzi che tradizionalmente non trovano grandi spazi. Tutti sono apparsi molto motivati e questo atteggiamento fa ben sperare in vista del difficile impegno di Castelnuovo ne’ Monti dove la Pontevecchio incontrerà nella prima partita di semifinale Forlì vincitrice sulla Fortitudo.

Pol.Cesena Basket ’82 Carips – Pontevecchio 36-81

Pol. Pontevecchio: Rimondi , Fin 12, Bendini 8, De Fazio 2, Carne-
vali 12, Menarini 10, Romagnoli 19, Venturoli, Bagheri 2, Minetto 6, Calzolari , Monari 10;
all. Lepore.

Pontevecchio – Pol.Cesena Basket ’82 Carips 43-113

Pol. Pontevecchio: Rimondi 8, Fin 11, Bendini 11, De Fazio 5, Car-
nevali 15, Menarini 11, Romagnoli 25, Venturoli 4, Bagheri 2, Minetto 8, Calzolari, Monari 15; all. Lepore.

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