Basket – Coach Fili al Resto del Carlino: “Bisogna responsabilizzare i ragazzi”

Intervista a firma Giacomo Gelati questa mattina sulle pagine del Resto del Carlino, al nostro coach Stefano Fili, che si è raccontato al quotidiano, facendo il punto della situazione in casa Pontevecchio, concentrandosi sulla Serie D.
“Sono arrivato in un contesto nel quale ci si è chiesto cosa tirare fuori dalla Pontevecchio. Luca Bergamini, ad esempio, è andato a giocare in Serie C Gold a Castel Guelfo, stessa categoria di Matteo Folli che si è accasato al Bologna Basket 2016, per citarne un paio. Si è deciso -afferma Fili- di fare una squadra con ragazzi che potessero essere investiti di maggiori responsabilità, che avessero gli stimoli giusti. Un ragionamento sensato per un Club che conta 630 iscritti”.
Un lavoro e un metodo molto chiaro quello del coach ex Salus: “Sto lavorando sulla capacità dei ragazzi di stare in partita, che non si limita allo svolgimento del compitino. Ho accettato infatti di aderire a un progetto che puntasse in un’altra direzione, ovvero lavorare per responsabilizzare i ragazzi in toto. La tecnica e la testa -spiega il coach- sono due rette parallele che hanno un fine comune. Se sei il gregario di una squadra e fai una smorfia dopo un tiro sbagliato al massimo vieni messo in panchina, ma quando sei responsabilizzato non puoi permetterti un atteggiamento negativo. Questo è un percorso stimolante per i nostri ragazzi, che dopo alcune esperienze sparring in Serie C, stanno capendo quanto sia diverso essere al centro di un progetto”
Gelati poi chiede degli obiettivi e dove potrebbero arrivare gli amaranto…
“E’ un anno zero per noi e puntiamo a fare il meglio possibile col materiale a disposizione. La maggior parte del gruppo è impegnato su due fronti, U20 e Serie D, nei quali possono sperimentare le proprie capacità. Abbiamo messo in preventivo tutte le difficoltà del campionato ed è una stagione in crescita. Il livello del campionato mi ha sorpreso e ci sono molti Club che hanno investito tanto. Per la nostra squadra è uno stimolo potersi confrontare con dei fuoriclasse”.
E sulla domanda sulla funzionalità o meno dei progetti giovanili, Fili risponde così: “Dipende sempre dal contesto. Esporre i ragazzi a una mattanza nella quale non è possibile competere non ha alcun senso. Ha senso lavorare in modo intelligente e scegliere il campionato giusto. Per me è importante far fare esperienza a un 2000, che non si deve limitare a passare la palla al senior di turno, ma deve sentirsi al centro del gioco. Lo svezzamento prematuro può giovare”.
Infine una domanda personale sulla sua esperienza alla Salus: “Ho imparato a gestire le difficoltà e a essere positivo”.

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