Campionato Regionale Serie C

Anzola Volley BO-Pontevecchio DataMec 3-2

(23/25 – 25/19 – 19/25 – 25/18 – 15/11)

Anzola Emilia – Sc. Pascoli Via XXV Aprile 6, 2 dicembre 2016 20.45

Pontevecchio:

Albertazzi 16, Ansaloni, Capriotti, Carboni 5, Casini, Cassanelli, Colombari 18, Garrossi 4, Laconi, Lipparini 15, Musolesi 2, Pierantoni 13, Zanotti, all. Zaccherini

Buona atmosfera nello spogliatoio ed in palestra tra le atlete, gli allenatori e la dirigenza; si respira aria di speranza e di fiducia. La partita inizia sotto i migliori auspici ed il risultato del primo set conferma le attese: 25 -23 per noi. Tutte giocano armoniosamente: gli attacchi sono efficaci, la difesa tiene, i muri tornano invalicabili, pochi errori e veniali.

Inizia il secondo set e la maledizione di Tutancamon riemerge dal sarcofago in cui l’avevamo rinchiusa nel primo set. Facciamo tante cose egregie, ma purtroppo anche tanti sbagli e soprattutto iniziano a fare capolino le paure invalidanti che dopo un errore ci inchiodano su “ora sbaglio di nuovo”. Il Mister lo dice in tutte le salse di non preoccuparsi dell’errore appena fatto ma di concentrarsi sulla palla successiva cercando di rettificare la posizione che ci ha fatto sbagliare. La paura rende cieche, sorde e profondamente insicure. Il set si perde per 19- 25: non il black out di altre partite, ma una nebbia densa e defaticante.

Nel terzo set recuperiamo la lucidità – e qui va individuato il miglioramento di atteggiamento -: le attaccanti mettono giù tutto quello che vola al di sopra della banda e le avversarie ne escono frastornate. Albertazzi, Colombari, Lipparini e Pierantoni vanno avanti a contendersi il top score ed il set si conclude a nostro favore per 25-19.

Nella frazione successiva si replica quanto accaduto nel secondo e si perde per 18-25, nonostante tante ottime azioni.

Il tie-break è un’altalena di emozioni: al cambio campo siamo in vantaggio. Forse finalmente riusciamo a crederci, ma le energie incominciano a segnare l’allarme rosso della riserva e la tensione mista a quella maledetta paura ed incapacità di dare e prendere sicurezza dalle compagne di squadra ci annientano e perdiamo per 11-15.

Il fine partita è struggente: tutte in cerchio silenziose e affrante a fare stretching cercando di metabolizzare quanto accaduto. Ma nei messaggi scambiati su WhatsApp ho ritrovato quelle splendide ragazze che ho conosciuto all’inizio del campionato, ho percepito la fiducia nutrita dalla società e dagli allenatori nei loro confronti ed ho capito che tutto va ridimensionato: siete fortissime e dovete convincervene. Chiunque può sbagliare: le atlete in campo, chi sta fuori, gli allenatori ed i dirigenti; l’importante è che gli errori servano per migliorare, per creare quel filo comunicativo che consenta ad ognuno di correggere il tiro e recuperare.

La squadra non è “sei persone in campo” è un organismo unico che si muove in modo armonico ed efficacie in grado di trascinare verso il successo o, se il meccanismo si incrina, di far sprofondare nell’abisso, senza un apparente motivo evidente. Quando si fanno delle sostituzioni, a volte, può essere difficile sentirsi parte integrante dell’organismo unico, soprattutto se si toccano poche palle, ma si deve superare quella sensazione e far emergere una sana competizione durante gli allenamenti affinché ognuno possa trovare la giusta occasione e soddisfazione all’interno dell’organismo unico, della squadra.

Sorridete, ragazze, il campionato è ancora lungo e vincere è lì, dobbiamo solo allungare la mano e prenderci quanto ci meritiamo: la vittoria!

SLV

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