Basket: 16°episodio de “I cinni del ’90”

Tra le prime otto d’Italia!

Arrivammo all’arena “Europa” circa un’ora e mezza prima dell’incontro. Sarebbe stata la prima partita del torneo su quel campo all’aperto. Il sole estivo era ancora alto e l’ombra degli alberi e degli alberghi vicini lo proteggeva solo in parte. «Bisognerà giocare con gli  occhiali da sole» mi disse sorridendo Marco Minetto, mentre muovevamo i primi passi sul terreno di gioco. Visto che il sole si sarebbe abbassato per poi tramontare a Nord-Ovest, gli risposi che potevamo stare tranquilli, perché al momento dell’inizio non ci sarebbero stati problemi. Questa mia affermazione provocò un certo stupore, ilarità che portò uno dei miei ragazzi a esclamare: «Bè, allora non riusciremo neanche stavolta ad abbronzarci!». Non so come, e per quale motivo conscio o inconscio, mi venne da rispondere così: «Hai ragione! Sono ormai due giorni che siamo qui al mare e non siamo andati ancora in spiaggia. Se oggi vinciamo, domani vi ci porterò per festeggiare!». Detto da me, persona notoriamente non molto incline a dare riconoscimenti e tanto meno premi, provocò una reazione di stupore e felicità nei ragazzi.

Nella riunione pre-partita ricapitolai quello che ci eravamo detti nella riunione tecnica della mattina e diedi alcune indicazioni tattiche su come affrontare una difesa a zona che eventualmente i nostri avversari avrebbero potuto proporci per metterci in difficoltà. I ragazzi mostravano sempre più concentrazione e attenzione. Nessun sorriso, ma determinazione e convinzione. L’urlo propiziatorio prima di uscire dallo spogliatoio ne fu la degna rappresentazione.

Iniziammo la partita con il solito quintetto, ormai proposto sia dalle finali di Domegge: Jack, Flavio, Gabbone, Alex e Carnevali. Quest’ultimo, prescelto per il marcare la stella avversaria Panzini. Come previsto, il loro gioco si concentrò da subito sul bravissimo giocatore. Noi invece, cercammo di giocare di squadra, in attacco e in difesa, come stabilito. Il primo quarto lo chiudemmo in vantaggio di qualche punto, grazie a una discreta difesa a uomo – mentre Panzini, come previsto, andava subito in doppia cifra. Nel secondo quarto i nostri avversari ci proposero la difesa a zona 2-3, un po’ per preservare il loro capitano dai falli, ma soprattutto per sopperire alle forti difficoltà in difesa sull’uno contro uno di Gabbino e Flavio, e alla pericolosità da sottomisura di Gabbone e Alex. Inizialmente, ci misero in difficoltà con il loro “campioncino” (due o tre giocate delle sue, veramente efficaci) e con l’entrata in scena non prevista di un suo compagno, un certo Morettini (aletta di un 1,90 che da quel momento fino a quasi la fine della partita sarà la nostra spina nel fianco sotto al canestro). Riscontrata questa nostra parziale flessione, chiamai “minuto” per dare po’ di tranquillità ai ragazzi e dare nuove disposizioni: «Gabbino non ti intestardire a cercare difficili passaggi contro la loro zona, facciamo che in attacco dalla posizione centrale ti sposti sull’ala destra e al tuo posto ci va Jack, così saremo più efficaci per trovare linee di passaggio in post basso per Lele e Alex, e per ribaltare la palla sul lato debole per Flavio, che così potrà trovarsi in situazione favorevole per il tiro dall’arco dei tre punti o penetrare verso il centro con la sua mano destra».

Passammo alla difesa a zona Cinquanta. Queste soluzioni ebbero effetto in prima battuta in difesa, dandoci più rimbalzi difensivi grazie a Gabbone e Flavio, oltre che garantirci un maggiore aiuto sulle scorribande del sempre pericoloso Panzini (29 punti a fine partita!). Successivamente, le cose migliorarono anche in attacco per merito di Flavio, Jack e Monari. Il primo capace di colpire la difesa a zona avversaria con il tiro da tre punti (3 su 5 60%) o, in alternativa, con giocate in penetrazione sul ribaltamento palla di Jack. Quest’ultimo ci procurò canestri da sotto e falli per andare in lunetta a tirare i tiri liberi 4/5 (80%). Alex Monari diede il suo importante contributo in rimbalzi e punti: 10, con un perentorio 5/7 (71,4%) da sottomisura. Il nostro vantaggio rimase oscillante fra i cinque e gli otto punti da metà del secondo quarto a circa metà dell’ultimo quarto, quando con Gabbino, Gabbone e il sempre efficace Flavio demmo il colpo finale alle ultime velleità dei coriacei avversari marchigiani. Finale per noi 70 a 58, con grande festa in campo e sugli spalti, e con i genitori che per l’occasione indossarono (riproponendola in seguito fino alla finale) una t-shirt bianca con scritta “Pontevecchio”!

La mattina dopo eravamo tutti in spiaggia, come da promessa. I ragazzi a ridere, scherzare e a giocare al pallone con me e Francesco a piedi nudi sulla sabbia calda, in una sfida a rischio caviglie (pazzi vero?). Come sempre, giocavo nella squadra avversaria di Gabbino: «Dovrà pur perdere qualche volta, questo amorevole e indisponente
ragazzino!».

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