30 Mar Basket: a tu per tu con Giorgio Gandolfi
Per Giorgio Gandolfi, capitano e leader della nostra Serie D, l’amaranto è come una seconda pelle. Quattordici stagioni, tra settore giovanile e prima squadra, vissute in parte anche come allenatore del minibasket: un’avventura iniziata nell’ormai lontano 2006 e che continua spedita a suon di canestri, con addosso la canotta Pontevecchio.
“Giò”, una carriera a tinte amaranto, e da 2 anni porti anche la “fascia” di capitano della prima squadra: un bellissimo percorso che ha raggiunto forse il punto più importante a livello personale.
“Si, è così: sono arrivato qui nel 2006 e, a parte una stagione in Virtus, sono sempre rimasto qui. Poi da quando “Puma” Dettori è andato via, sono anche capitano della Serie D, e non posso che essere orgoglioso di questo”.
Parlando della stretta attualità, invece, perché avete scelto di non iscrivervi al campionato di Serie D?
“Già a novembre eravamo contrari alla ripartenza e infatti, in quelle condizioni, la ripresa dei campionati non c’è stata. Adesso, a distanza di mesi, ci ritroviamo nella stessa situazione e, coerenti con la scelta fatta mesi fa, abbiamo deciso di non ripartire, vista la situazione di pandemia che tutti quanti stiamo vivendo. Siamo ragazzi giovani, nessuno di noi vive da solo: non ci è sembrato il caso di mettere in pericolo noi e le nostre famiglie, ed è un rischio che tutt’ora non ci sentiamo di prendere”.
Di conseguenza: no campionato, no palestra. Riuscite comunque a tenervi allenati?
“Si, ognuno a modo suo si tiene in allenamento. A suo tempo, staff e preparatori ci avevano mandato tutti i programmi da seguire per rimanere in movimento, anche da casa. Siamo sempre in contatto, sia con i coach, che tra di noi: il gruppo squadra di whatsapp è sempre sveglio, non dorme mai…”
Anche se immagino che non sia la stessa cosa, purtroppo…
“Naturalmente no, infatti la speranza è quella di poter tornare presto in palestra tutti insieme. Manca la vita normale e manca la pallacanestro, speriamo di ritrovare il prima possibile una pseudo-normalità: questo è l’obbiettivo principale”.
In questi anni la vostra vera forza è stata proprio lo stare insieme, essere prima degli amici che dei compagni di squadra.
“Confermo: siamo un gruppo super, fantastico. Siamo degli amici che si frequentano anche fuori dal campo, infatti questo stop è un dispiacere doppio per noi. Non solo: l’anno scorso il covid ci ha fermato nel nostro miglior momento, interrompendo un percorso di crescita iniziato 2 stagioni fa con coach Fili e proseguito con Gessi, 2 allenatori ai quali siamo molto legati. In ogni caso, alla ripresa, ci faremo trovare pronti”.
Il tuo momento più bello in amaranto.
“Sicuramente la vittoria nei campionati provinciali e regionali Under 13 nel 2007, un titolo che tra l’altro abbiamo vinto in squadra insieme io e te (Giovanni Poggi, ndr). E’un grande ricordo per me, e vincere è sempre bello. Poi, aggiungo anche un altro bel momento al quale sono particolarmente legato: gara 2 a Ravenna, semifinale Promozione di 3 anni fa, quando vincemmo con il tiro dalla metà campo difensiva di “Melo”(Michele Melino). Uno dei momenti più emozionanti della mia vita…”.
E quello più triste?
“La finale provinciale del 2008 a San Lazzaro, contro la BSL (e anche qui c’eri tu, g.p., ndr). Da sfavoriti battemmo la F in semifinale e approdammo al derby, anche quello, sulla carta impossibile: a meno di 3 minuti dalla fine, però, eravamo sopra di 5, poi… questo rimane il rimpianto più grosso della mia carriera in Pontevecchio”.
Giovanni Poggi – Referente Comunicazione Basket Pontevecchio
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