Basket – Panoramica dei gruppi Regionali insieme al Responsabile Tecnico Francesco Bonfiglioli

Uno sguardo a tutti i gruppi della realtà amaranto iscritti ai campionati regionali per la stagione 2016/2017

Sono dieci i gruppi del settore giovanile Pontevecchio/Castiglione Murri, dalla Promozione all’U13, iscritti ai campionati regionali, il che li rende lo spicchio più grosso dell’insieme di tutti i gruppi giovanili della realtà amaranto, escluso il minibasket.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Francesco BonfiglioliResponsabile Tecnico dei gruppi regionali Pontevecchio/Castiglione Murri, in vista della nuova stagione, per dare uno sguardo approfondito a quella parte del mondo Pontevecchio che, numeri alla mano, rappresenta la maggior parte del lavoro di staff tecnici e dirigenziali della sez. Basket della Polisportiva.

 

Ciao Francesco, in cosa consiste il tuo lavoro? Di cosa parliamo parlando di gruppi regionali?

Il mio lavoro, che è un grande piacere e un grande impegno, consiste nel coordinamento tecnico e organizzativo di tutti i gruppi partecipanti ai campionati regionali.

I campionati regionali sono la prima faccia di ogni società, noi siamo una società con grandi numeri e quindi questa faccia è molto grande, avendo tanti gruppi iscritti a questi campionati. Questo vuol dire lavorare al meglio dal punto di vista tecnico, comportamentale e gestionale, il che è una grande responsabilità.

Abbiamo gruppi dall’U13 alla Promozione, con anche più di un gruppo per categoria. Quest’anno abbiamo scelto di non partecipare ai campionati Elite ma di concentrarci su campionati Regionali e di Eccellenza: dal nostro punto di vista questa scelta è il modo migliore di far crescere i ragazzi, portando una certa mentalità e uniformando la crescita dei ragazzi, a partire dai più piccoli.

 

Parliamo di questi gruppi, che sono dieci in totale, partendo proprio dai più piccoli, gli U13, facenti parte del settore Scuola Basket.

I due gruppi regionali U13 sono due gruppi molto interessanti.

Il primo, denominato “Amaranto”, ha un allenatore di grande esperienza che è Mirko Ferraresi, accoppiato a un ragazzo giovane, Stefano Fortuzzi, al primo anno con noi. Il gruppo è insieme da sempre, dal baby basket o quasi, ed è un gruppo su cui puntiamo per un grande miglioramento.

A questa età, così piccoli, la priorità fondamentale è farli appassionare al basket, evitando il classico abbandono che si verifica in genere passando dalla scuola media alle superiori.

L’altro gruppo, U13 “Blu”, lo conosco molto bene perché lo seguo io da ormai due anni. Siamo calati un po’ di numero, come è normale che sia nel passaggio tra mini-basket e basket, con due ragazzi che sono passati nei gruppi competitivi: questo è un grande motivo d’orgoglio per tutta la squadra, perché l’allenatore è uno strumento per i giocatori, non una leva.

Quest’anno mi affianca Martina de Filippo, ottima istruttrice minibasket e laureanda in scienze motorie: ci aiuta tantissimo per la crescita fisica e coordinativa dei ragazzi così giovani.

 

Passiamo al gruppo U14 Regionale, il cui staff tecnico, Angori-Pillastrini, è lo stesso della prima squadra di C Gold, a dimostrazione di come i gruppi regionali siano una realtà a cui la società tiene e sui quali vuole investire.

Devo dire che quando Federico Gatti e Lello Lepore mi hanno proposto questo ruolo e ho letto i nomi degli allenatori abbinati ai gruppi regionali, ho fatto presente che io ero il più “scarso” di tutti (ride, ndr): c’è solo da imparare da allenatori di questo livello.

Il gruppo U14 è insieme dall’anno scorso, e ha già fatto molto bene, ma la guida di Angori da questo punto di vista è una sicurezza, sia per la crescita dei ragazzi sia per i risultati. La coppia Matteo Angori-Samuele Pillastrinisi commenta da sola: uno staff tecnico che allena la prima squadra messo al servizio di un gruppo regionale è un ottimo biglietto da visita per il lavoro che vogliamo fare su questi ragazzi.

 

A salire, uscendo dalla Scuola Basket ed entrando nel Settore Giovanile, c’è l’U15, allenatore Flavio Rota: primo gruppo da capo allenatore per lui, dopo una stagione da assistente in un sacco di squadre, tra cui quella vincitrice del campionato U13 Elite.

L’anno scorso Flavio Rota  era un vero e proprio “assistente professionista”, lui è uno di quelli che ha scritto la storia della Pontevecchio, protagonista sul campo del famoso scudetto BAM vinto nel 2004.

È un bravissimo ragazzo con tanta conoscenza della pallacanestro, seguiva il gruppo già l’anno scorso da assistente, in pratica gioca in casa. Il gruppo è davvero intenso, con un bel clima e una bella voglia di stare insieme e giocare: l’anno scorso hanno fatto bene, quest’anno ci si aspetta, e i ragazzi prima di tutti, un consolidamento dei buoni risultati della stagione passata. Abbinato a lui un allenatore esperto come Ferraresi, per chiudere con il giusto equilibrio lo staff tecnico.

 

Saliamo ancora, con il gruppo U16 e quello U18 “Blu”: squadre diverse, ma stesso staff tecnico.

Lo staff, Stefano Ramini-Alberto Gessi, è lo stesso, e la trovo una scelta corretta perché dà continuità: i ragazzi dell’U16 possono giocare coi più grandi trovando stesse modalità di allenamento e di approccio alla gara.

Ramini è ragazzo molto preparato e attento alla parte fisica, essendo anche lui laureato in scienze motorie, per questo ha anche il compito di seguire tutta la parte di preparazione e di lavoro fisico dei gruppi regionali.

Il gruppo U16, che “Ramo” segue da due anni, l’anno scorso è arrivato fino alle finali regionali perdendo in semifinale, arrivando primo nel proprio girone di campionato. Ripetersi non è mai facile, e voglio sottolineare di come un paio di ragazzi siano andati a giocare nel gruppo Elite, a testimonianza del buon lavoro svolto lo scorso anno. L’innesto di Gessi come assistente è un’ottima scelta, volta a una grande cura nell’insegnamento dei fondamentali ai ragazzi in un’età in cui si sviluppano tanto, per cui la cura tecnica diventa particolarmente importante.

Il gruppo U18 “Blu” è composto da qualche ’99 e un buon gruppo di 2000, sulla carta è un bel mix di giocatori già esperti della categoria e ragazzi che vi si affacciano da un campionato U16 Elite. Sono una squadra molto lunga e dovranno trovare un loro amalgama durante il campionato. Questo sarà possibile se i ragazzi lavoreranno in palestra con grande intensità in allenamento, più dura sarà se verranno fuori problemi legati alle individualità e agli egoismi del caso.

Una delle prime cose che ci siamo detti noi allenatori è stato di fare passare da subito ai ragazzi il messaggio che questo è uno sport di gruppo, e non uno sport individuale giocato in gruppo. La differenza è sottile ma importantissima.

 

Abbiamo poi un altro gruppo U18, questo denominato “Amaranto”, e un allenatore nuovo al mondo Pontevecchio.

Riccardo Mazzanti è la new entry nello staff amaranto per questa stagione, dopo tanti anni alla Masi. Con lui subito un bellissimo impatto: i genitori sono molto contenti e i ragazzi entusiasti. Una squadra divertente da vedere, formata da tutti ragazzi del 1999 che stanno insieme da anni: è un gruppo molto compatto e coeso, sono lor a voler stare insieme nonostante siano tanti. Qui abbiamo Alessandro Patuelli come vice, non posso che parlarne bene: eravamo compagni di camera al corso allenatori! (ride, ndr). Scherzi a parte Alessandro è molto giovane ma già allenatore di base, penso che farà molto bene con questo gruppo, insieme a Riccardo.

 

Arrivando ai più grandi, categoria U20, troviamo anche qui un doppio gruppo.

Due gruppi, il primo, quello U20 “Amaranto”, guidato per il secondo anno da Federico Simoni. Lui è una garanzia: sa gestire, organizzare il gruppo e anche trovare ragazzi, che a questa età è un aspetto da non sottovalutare. I ragazzi sono tutti 1997 , che giocano insieme già da diversi anni, hanno quasi tutti cominciato nel Castiglione Murri dove hanno fatto tutta la trafila giovanile fino ad arrivare U20: è un gruppo “intoccabile”, nel senso che sono tutti prima amici che giocatori, ma stanno facendo molto bene, nonostante il girone in cui sono finiti non sarà facile, con questa intensità se la caveranno alla grande. Insieme a Simoni troviamo Ramini, confermando lo staff che è arrivato ai playoff lo scorso anno.

L’altro gruppo, U20 “Blu”, lo seguo di persona, insieme a “Gege” Gessi: con lui mi sto trovando molto bene nonostante lavoriamo insieme da pochissimo tempo, anche qui una garanzia. Il gruppo è stato riassemblato completamente quest’anno, qualche ragazzo era già qui, poi abbiamo avuto tanti rientri. Fortunatamente i ragazzi si conoscono già tutti da esperienze precedenti, ma dovranno trovare il giusto equilibrio. Potenzialmente la squadra può fare davvero bene, ma ancora abbiamo tutto da costruire.

 

Conclusa questa panoramica sui tanti gruppi che parteciperanno ai campionati regionali, come ti sei trovato in questo primo mese nel tuo nuovo ruolo? Quali saranno le linee guida da seguire e quali gli obbiettivi per i gruppi e per i singoli ragazzi?

Il primo mese è letteralmente volato via: è stato un mese di assestamento in cui bisognava far quadrare numeri, palestre, rapporti con ragazzi e genitori; un lavoro decisamente non facile.

C’è stato un grosso lavoro burocratico, legato al fatto di raccogliere in maniera precisa i dati di tutti i ragazzi, inoltre ci siamo resi conto di avere un enorme polmone di atleti sparsi in varie società, e non sempre è stato facile richiamarli o reperire i dati necessari per avere il punto completo della situazione sotto controllo. I nostri dirigenti hanno fatto tanto in tal senso e bisogna ringraziarli: è un lavoro di cui si parla poco ma fondamentale per curare i ragazzi al meglio, essendo sempre vigili sulle situazioni in atto. Anche gli allenatori si sono resi conto di questa cosa e hanno capito che è fondamentale mantenere una linea diretta con la dirigenza durante tutto l’anno.

Riguardo agli allenatori, li ho trovati tutti ben predisposti a lavorare e focalizzati sull’obbiettivo: il primo punto è far capire ai ragazzi che la loro crescita non è finalizzata a quei 8-9 mesi di lavoro stagionale, ma a più anni. Per questo è stato chiesto agli allenatori di portare avanti un lavoro molto in prospettiva.

Ognuno è stato lasciato libero all’interno delle proprie squadre di gestire la parte tattica e di allenamento come vuole, con l’idea di dare un filo conduttore che leghi tutte le squadre, basato sull’intensità e la voglia di mettersi in gioco.

 

Da un punto di vista della crescita cestistica, quali pensi che siano le priorità per i ragazzi?

Sarebbe facile dire che devono amare questo sport finché non diventeranno senior, ma è proprio questo il primo messaggio che dobbiamo dare.

L’altra cosa fondamentale è l’idea del gruppo: noi siamo la base del lavoro di squadra, uno degli obbiettivi che ho dato a tutti gli allenatori è lavorare per mettere in difficoltà gli allenatori dei gruppi di Eccellenza perché l’anno prossimo ce ne vengano a “rubare” qualcuno da ogni squadra. Questo però facendo capire che se succede è per merito di tutto il gruppo e di come si è lavorato tutti insieme durante la stagione.

È un obbiettivo e uno stimolo forte per i ragazzi: in una società così grande in cui ci sono tanti gruppi partecipanti a diversi campionati, quello di poter, lavorando e impegnandosi al massimo durante l’anno, poter fare un salto di livello restando sempre all’interno della stessa grande famiglia. L’idea è quella di stimolare allenatori e ragazzi a fare questo passaggio, fermo restando che la pallacanestro è e sempre resterà un gioco: siamo tutti, giocatori e noi allenatori compresi, qui per divertirci inseguendo una passione comune, è da qui che poi si può lavorare per togliersi anche delle soddisfazioni a livello di crescita personale e di squadra.

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