EMCA Meeting: a lezione di multisport

EMCA

Cosa siamo andati a fare a Bruxelles, nel cuore dell’Europa, insieme ai rappresentanti di altre 13 polisportive europee?

Facciamo un passo indietro: torniamo al 5 novembre 2017, una data doppiamente importante per noi della Polisportiva Pontevecchio. In occasione del sessantesimo anniversario della Pontevecchio, infatti, siamo stati accolti in EMCA – European Multisport Club Association: l’associazione europea delle polisportive, quelli per cui essere multisport è un fondamentale valore aggiunto.

IL MEETING

Vento, pioggia, freddo. La hall dell’hotel in cui si tiene il meeting annuale EMCA è quasi un rifugio. Raggiungiamo la sala in cui ci accolgono Federico (Eichberg – Vicepresidente Lazio e General Secretary EMCA) e Stefano (Orengo, responsabile comunicazione EMCA). EMCA è un orgoglio italiano perché sono stati proprio gli amici della Lazio ad accendere la scintilla.

Le targhette con i nomi, posizionate sui tavoli, sono un libro di storia sportiva e piene di brand che tutti conoscono: c’è il Bayer Leverkusen, c’è la Stella Rossa, ci sono lo Sporting Vienna e tanti altri. Tutti insieme contiamo 350 medaglie olimpiche. Ed ecco in angolo il nostro discobolo, proprio di fianco alla corona di alloro dell’Olympiacos. Stefano (Civolani, vice presidente della Pontevecchio) ed io (Michele Bazzi) e ci guardiamo come due ragazzini a Mirabilandia!

La presidenza di turno, come per la UE, è della Bulgaria, rappresentata dal Levski Sofia nella persona di Vanina Milanova. Dopo le formalità di rito, è il momento dell’applauso che è la ratifica ufficiale dell’assemblea per l’accoglienza dei rookies, ovvero dei nuovi arrivati: noi, Vienna e Tampere. Ci siamo.

PROGETTI

Federico, come si usa fuori dalle mura domestiche, va dritto al punto: elenca le guidelines dell’Unione e presenta i possibili progetti da presentare alla call di aprile 2018, raccogliendo le disponibilità per diventare parnter o main applicant (capo progetto).

Qui siamo di fronte a un problema: sono 16 e ci piacciono tutti! Quindi ci guardiamo e cerchiamo di capire con le nostre forze, o meglio con quelle dei nostri tecnici, dei nostri dirigenti, e delle nostre famiglie, cosa possiamo fare.

Ma poi, cos’è un progetto europeo? In brevissimo è una figata. In poche parole è un insieme di attività che l’Unione finanzia poiché indirizzate a raggiungere un obiettivo o una priorità comune. Il nostro canale di riferimento si chiama Erasmus+ Sport, ed è gestito da EACEA, l’agenzia per la cultura e l’educazione. Le attività sono le più varie: ci sono gli eventi, la formazione, le attività “raise awareness”, gli scambi, ecc.

Ci innamoriamo in particolare di alcuni temi che sono nel nostro DNA da sempre: inclusione femminile nello sport, la figura del coach multisport e la dual career (ovvero la combinazione di studio e sport o di lavoro e sport). Restiamo pending, ovvero in sospeso, su un progetto che riguarda il doping, uno su i rapporti con gli Stati Uniti per la crescita di sport come il frisbee e uno top secret, davvero futuristico… Se sarà approvato, lo sveleremo dopo averne parlato in Consiglio!

Nei prossimi giorni parleremo con i main applicant e daremo le conferme.

NETWORK E SOCIALIZZAZIONE

Chiunque abbia fatto parte di team internazionali può confermare: quando si tratta di socializzare gli italiani hanno una marcia in più! Per la cena Federico ha scelto un locale storico con bellissima vista sulla Grand Place. Il titolare ha fretta di andare a casa e non fa nulla per nasconderlo, ma dopo una giornata di viaggio e riunioni gustiamo spezzatino, birra e patatine con grande piacere. La cena è anche l’occasione per donare a tutti la t-shirt con il nostro logo nuovo.

L’INFODAY

La simpatia italiana è anche la chiave per riuscire ad accreditarci last minute, per non dire in overbooking, all’Erasmus Sport+ Infoday del giorno successivo! L’infoday è un evento enorme: 500 persone, una mega sala con servizio di interpretariato in tempo reale in 4 lingue, ministri, esperti, dirigenti dell’EACEA, spiegano in plenaria le linee guida dei progetti che saranno da configurare.

C’è un tool molto interessante che si chiama Evenium Connex Me: in pratica ogni partecipante ha un profilo tipo facebook, c’è una bacheca virtuale, l’archivio delle presentazioni dei relatori ma soprattutto un sistema per cui si possono convocare e invitare altri per incontri veloci durante i break, in modo da scambiarsi contatti e idee progettuali. Davvero geniale!

Il pomeriggio si fa sul serio: si va a lezione di contabilità in un’aula più piccola. Siamo circa 70 e partecipo insieme agli amici dell’ HASK Mladost Zagabria. Bojan e Dunja sono davvero sul pezzo: sono stati main applicant di vari progetti e mi aiutano ad apprezzare le sfumature a cui stare attenti e quali sono le criticità della rendicontazione. Sarà un piacere lavorare con loro se ci sarà occasione!

HOUSE OF SPORTS

L’evento conclusivo della giornata è un aperitivo alla House of Sports.

E’ il luogo pensato da un gruppo di associazioni con l’obiettivo di comunicare l’importanza dello sport in tutte le dimensioni della società. Insomma, siamo a casa!

Qui conosciamo Alberto Bichi che dirige EPSI, la piattaforma per l’innovazione nello sport, roba davvero cool che meriterebbe una visita a parte!

Alla House of Sports partecipa anche ACES Europe, l’ente che gestisce le candidature delle Città Europee dello Sport. Sarebbe bello pensare di candidare anche Bologna!

Ed eccoci qua: in volo a riorganizzare le idee e gli appunti. Oltre ai progetti e al network, il viaggio è stato occasione di riflessioni: ne voglio condividere una con voi.

THINK MULTISPORT

Ho imparato che le grandi polisportive ragionano multisport! Anche loro avranno i problemi delle singole squadre, delle sezioni, le loro situazioni particolari. Ma all’esterno è evidente come tutto è focalizzato sugli sport, visti come insieme.

Indipendentemente dai risultati, tutti gli sport sono mattoni fondamentali di un muro solidissimo. Tutta l’attività extra (eventi, impianti sportivi) è fatta dalla polisportiva per portare benefici allo sport, soprattutto a quello dei giovani. Soprattutto a quello agonistico, perché non c’è nulla di male nel cercare l’eccellenza.

Istintivamente abbiamo parlato pochissimo delle singole sezioni “Hai il basket? Hai l’atletica?”: non era quello che ci interessava. Le domande vere erano sulle sinergie create tra gli sport professionistici e lo sport di base; sull’impatto delle polisportive sul territorio e sulle politiche locali; sulla gestione degli sponsor e dei finanziamenti alle accademie.

Pensare come polisportiva, andare oltre i campanilismi delle singole realtà (per quanto importanti posano essere) ed essere orgogliosi gli uni degli altri. Ecco cosa abbiamo imparato in questo meeting a Bruxelles. Ecco cos’è che fa la differenza. Questa è una lezione che dobbiamo fare nostra.

Pensiamo multisport! Alla prossima!

Michele e Stefano

 

 

 

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